Residenza per le persone senza fissa dimora a Roma | Medici per i Diritti Umani

Residenza per le persone senza fissa dimora a Roma

Le associazioni firmatarie della presente lettera chiedono pubblicamente all’assessorato politiche sociali del Comune di Roma, nella persona dell’assessora Barbara Funari, un incontro per conoscere lo stato di avanzamento della delibera in tema di residenza per le persone senza fissa dimora, allo scopo di permettere la condivisione dei suoi contenuti e un confronto sul testo, prima della sua emanazione.

L’ultimo anno è stato segnato, nella Capitale, da significativi cambiamenti rispetto all’esercizio del diritto alla residenza. In relazione all’articolo 5 del cd. decreto Lupi, che dal 2014 esclude dall’anagrafe gli e le occupanti, la costante mobilitazione delle persone escluse dall’anagrafe, dei movimenti e delle organizzazioni solidali ha portato all’emanazione della direttiva n. 1/2022, che consente l’iscrizione anagrafica alle persone che vivono all’interno degli stabili occupati e che sono in linea con i requisiti tratteggiati nella direttiva e nella successiva circolare. È un provvedimento importante: nonostante le difficoltà registrate in alcuni Municipi, nel complesso si tratta di un atto dal carattere espansivo, prodotto di una vertenza lunga e articolata. 

Per quanto riguarda altre procedure anagrafiche e altri gruppi sociali, viceversa, i diretti interessati e le associazioni sono ancora in attesa che l’annunciata discontinuità rispetto al passato prenda formaFacciamo riferimento alla condizione delle persone senza fissa dimora. L’assessorato alle politiche sociali ha avviato, a luglio del 2022, un’interlocuzione con le organizzazioni che si occupano del tema. A febbraio del 2023 è stata condivisa una bozza di potenziale delibera, salutata positivamente da parte delle organizzazioni intervenute. In seguito non ci sono state più interlocuzioni né le organizzazioni solidali hanno avuto notizie sul destino dell’annunciato provvedimento.

È indispensabile superare l’attuale inerzia e approvare in tempi rapidi una nuova delibera che dia forma a una nuova modalità per gestire l’iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimoraNon è comprensibile, infatti, che sia ancora in vigore la delibera n. 31/2017, emanata dalla precedente amministrazione, che prevede, come condizione di ricevibilità, che le persone senza fissa dimora, al fine di conseguire la residenza, effettuino obbligatoriamente un colloquio con gli assistenti sociali. Questo colloquio allunga in maniera esorbitante i tempi di attesa: in molti Municipi è necessario attendere molti mesi prima di poter ottenere il via libera da parte degli uffici. Oltretutto, è compiutamente illegittimo che un atto di tipo amministrativo, a carattere locale, introduca un onere procedurale diverso – e più gravoso – rispetto a quello definito dalla normativa nazionale. Alla luce della legge n. 35/2012, anche l’iscrizione anagrafica per persone senza fissa dimora deve necessariamente configurarsi entro 48 ore dalla consegna della dichiarazione anagrafica. Per contro, le tempistiche attualmente registrate a Roma sono enormemente superiori rispetto a quelle prescritte dalla legge.

La decisione della Corte di appello di Firenze è esemplificativa della posta in gioco. Nonostante, con tutta evidenza, la sentenza insiste su un contesto territoriale diverso, il ragionamento giuridico proposto dalla Corte è, per la sua rilevanza e la sua coerenza argomentativa, un importante monito anche nei confronti di chi, in altri territori, sviluppa prassi ugualmente illegittime.

È indispensabile che la nuova delibera sia predisposta e approvata coinvolgendo le associazioni che hanno stimolato e seguito questo percorso. Sarebbe al contrario preoccupante che il testo venga licenziato senza che sia stato oggetto di un nuovo confronto, soprattutto se il suo contenuto dovesse essere sostanzialmente difforme da quello presentato a febbraio e se i dubbi di carattere giuridico e politico evidenziati in quella sede non dovessero essere stati sciolti. In aggiunta, è ugualmente importante che gli attori pubblici in campo superino ogni tipologia di prassi illegittima che compromette l’effettivo esercizio dei diritti da parte delle persone iscritte all’anagrafe come senza fissa dimora, in particolare per quanto riguarda il rinnovo dei permessi di soggiorno per i cittadini stranieri.

Più in generale, la riconfigurazione delle procedure anagrafiche è per la città, nel suo complesso, un’occasione importante per ripensare la relazione che intercorre tra amministrazione, abitanti, procedure. La specifica condizione delle persone senza fissa dimora rende indispensabile che i caratteri di tale relazione siano ripensati integralmente per favorire il protagonismo e l’esercizio diretto dei diritti. Una nuova delibera per l’iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora può migliorare significativamente la vita a molte persone. Per questa ragione è necessario intervenire tempestivamente, con coraggio, nell’ambito di un percorso condiviso con le organizzazioni interessate al tema.

Tipo di documento: Comunicati stampa,
Progetto: Un camper per i diritti/rm