Frontiera alpina Italia-Francia: no alla repressione della solidarietà. MEDU chiede un intervento umanitario urgente | Medici per i Diritti Umani

Frontiera alpina Italia-Francia: no alla repressione della solidarietà. MEDU chiede un intervento umanitario urgente

Medici per i diritti umani esprime solidarietà nei confronti dei due volontari fermati alla frontiera del Colle del Monginevro e accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e ribadisce la preoccupazione per l’aggravarsi della situazione lungo la frontiera alpina, attraversata quotidianamente da migranti che tentano di raggiungere il territorio francese.

Medu per intervento umanitario frontiera alpina Il 19 novembre scorso due volontari delle Associazioni Médecins du Monde e Tous Migrants sono stati arrestati dalla polizia francese mentre svolgevano attività di assistenza socio-sanitaria ai migranti con un’unità mobile. Il fermo è avvenuto mentre i volontari fornivano prima assistenza ad una famiglia di nazionalità afghana, in viaggio da circa tre anni, composta da una donna incinta all’ottavo mese, il marito e due figli di 10 e 14 anni.

I due volontari saranno giudicati dal Tribunale di Gap il prossimo 4 dicembre con l’accusa di avere favorito l’ingresso, la circolazione e il soggiorno di stranieri in condizioni di irregolarità sul territorio francese, con il presupposto di averli aiutati ad attraversare il confine a piedi. In realtà, l’intervento umanitario svolto dall’unità mobile era regolarmente autorizzato e si stava svolgendo esclusivamente in territorio francese, nel quadro di specifici protocolli di assistenza siglati dalle associazioni.

La famiglia di migranti è stata fermata e respinta per la seconda volta in Italia. Nei giorni passati, Medici per i Diritti Umani (MEDU) ha avuto modio di raccogliere la testimonianza diretta di questo nucleo familiare, che presenta le stesse evidenti vulnerabilità che accomunano le numerose persone che tentano disperatamente di attraversare il confine alpino.

Come testimoniato nel report pubblicato lo scorso 3 novembre da MEDU, ad arrivare sul confine sono soprattutto famiglie afghane, curde, iraniane e mediorientali che hanno attraversato la rotta balcanica impiegando dai 2 ai 4 anni. Tra luglio e metà agosto sono stati contati, solo nella cittadina di Oulx, punto di passaggio situato nell’alta Val di Susa, almeno 130 tra bambini ed adolescenti e 45 famiglie in transito. La presenza di neonati, di donne gravide o puerpere, nonché le condizioni diffuse di vulnerabilità fisica e di disagio psichico rendono necessarie attenzioni mediche, ginecologiche, pediatriche che in realtà sono del tutto carenti. L’arrivo dell’inverno mette ulteriormente a rischio l’incolumità di persone che tentano di attraversare il confine prive dell’attrezzatura necessaria per affrontare le temperature molto rigide e i sentieri innevati. Il rischio di perdersi e di cadere in ipotermia è estremamente alto, soprattutto per coloro che non conoscono questo tipo di habitat.

Invece di attivare un intervento umanitario adeguato, le amministrazioni pubbliche stanno rispondendo con misure volte ad una maggiore repressione, aumentando i contingenti di forze dell’ordine e attivando controlli con tecnologie sempre più sofisticate, quali droni e binocoli termici. La caccia all’uomo in atto sta mettendo a rischio l’incolumità e il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti, come denunciato in questi giorni da Médecins du Monde.

Medici per i diritti umani si associa all’appello lanciato dalle associazioni presenti sui due versanti della frontiera affinché il confine tra Italia e Francia non diventi un altro confine di morte.

MEDU chiede, in particolare, un intervento congiunto, che coinvolga istituzioni pubbliche, associazioni e volontari presenti e contempli:

  • il potenziamento delle strutture di accoglienza a bassa soglia;
  • l’allestimento di un presidio medico di prossimità accessibile a tutti i migranti, indipendentemente dallo status giuridico;
  • informazioni puntuali in merito ai pericoli derivanti dell’attraversamento della frontiera e all’accesso alla protezione internazionale.

In considerazione della situazione di emergenza in atto, MEDU chiede infine di escludere ogni ipotesi di chiusura dei rifugi e delle strutture di accoglienza che operano sia sul versante francese che sul versante italiano, al fine di evitare situazioni di sovraffollamento, che metterebbero a rischio la salute pubblica, e di far fronte ai rigidi mesi invernali.

Tipo di documento: Comunicati stampa, News,
Progetto: frontiera-solidale