COVID19: a che punto è la notte? | Medici per i Diritti Umani

COVID19: a che punto è la notte?

Roma, 21 aprile 2020 – La curva dell’epidemia sembra appiattirsi in Italia, cala il numero dei malati e anche quello dei pazienti in terapia intensiva. Sono buone notizie, frutto delle drastiche misure di lockdown adottate, ma il lavoro da fare per sconfiggere il Covid-19 è ancora tanto. Il numero dei morti quotidiani è ancora tragicamente alto e ,in attesa di un vaccino che si spera possa giungere in tempi brevi, non è possibile abbassare la guardia.

Ci sono ancora parecchie cose che non sappiamo di questo nuovo agente patogeno per cui non è possibile fare delle previsioni certe sull’evoluzione naturale dell’epidemia. La pandemia tenderà ad auto-spegnersi oppure no ? L’estate ne attenuerà la diffusione ? Alcuni elementi sembrano però emergere con chiarezza da diversi studi. Nel nostro paese non più del 10% della popolazione sembra essere venuto in contatto con il virus e questa percentuale è certamente ancora più bassa nel centro-sud. Siamo dunque molto lontani dall’immunità di gregge naturale che nel caso del nuovo coronavirus potrebbe raggiungersi quando il 60-70% della popolazione avesse contratto il virus. In altri termini, la gran parte della popolazione italiana non ha ancora difese immunitarie ed è quindi esposta al contagio.

Un altro elemento che sembra emergere con chiarezza, è l’impossibilità di affrontare con successo un’epidemia come questa attraverso una strategia “ospedale-centrica”. E’ fondamentale invece un approccio basato sulla sorveglianza attiva nel territorio e sulle cure precoci domiciliari; in altri termini è necessaria una strategia sanitaria centrata sulla comunità.

I team Covid di MEDU stanno cercando di mettere in atto questa strategia di comunità in varie parti d’Italia attraverso unità mobili che raggiungono le popolazioni più fragili (homeless e persone che vivono in condizioni di grave precarietà abitativa). Attività di informazione, triage, distribuzione di dpi, screening a tappeto, monitoraggio e cura , supporto psicologico vengono eseguite dai nostri medici ed operatori in Toscana, a Roma, in Calabria nella Piana di Gioia Tauro e in Sicilia.

E’ un lavoro faticoso e spesso frustrante quando ad esempio ci si scontra con il fatto che in molte città e territori non siano state ancora approntate dalla istituzioni adeguate strutture per la quarantena di chi una casa non ce l’ha come le persone senza fissa dimora. Oppure quando il personale della Stazione Termini nega la collaborazione del loro fiammante servizio triage ai nostri medici perché il paziente è un homeless e non un passeggero e poi “dopo bisognerebbe sanificare tutta la sala triage !”. Oppure ancora , come è capitato ieri a Roma, quando una nostra unita mobile viene scassinata e subisce il furto di mascherine e dispositivi sanitari. Noi però continuiamo e ringraziamo tutti coloro che stanno sostenendo il nostro lavoro con donazioni, iniziative ed attività volontarie.

Foto: Team MEDU in una attività di screening Covid-19 presso un insediamento informale a Roma, Aprile 2020

Tipo di documento: Comunicati stampa, News,
Progetto: esodi, On-to, Psychè, sbarchi in sicilia, Terragiusta nel sud d'Italia, Un camper per i diritti/Fi, Un camper per i diritti/rm