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Diario da Pozzallo

ROTTE DIFFERENZIATE -26.03.2024

Dopo il netto calo degli sbarchi e delle presenze in Hotspot nei mesi invernali, negli ultimi giorni di marzo l’Hotspot di Pozzallo è tornato a riempirsi: la nave Mare Jonio dell’Associazione Mediterranea Saving Humans ha attraccato con 55 migranti a bordo. Ventinove persone sono approdate con uno sbarco autonomo e ulteriori 50 sono state trasferite da Lampedusa. Tra i presenti, molti Siriani e Subsahariani dalle origini più disparate.

Tra questi S.J., ghanese, che ha impiegato 18 mesi ad arrivare in Italia seguendo la “rotta classica” dei subsahariani. Partito dal suo Paese negli ultimi mesi del 2022 è passato per il Burkina Faso e il Niger, ha attraversato il deserto ed è infine giunto in Libia. Il 23 marzo è arrivato in Italia a bordo di un barchino, insieme ad altre 28 persone. Sono riusciti a spingersi fino a 50 miglia da Pozzallo, ma uno di loro, un amico di S.J., non ce l’ha fatta.

Ben diverso è stato il viaggio di M.A., siriano di Damasco, che in 5 giorni è arrivato in Italia. Prima ha preso un volo per Bengasi. “E’ assolutamente da evitare Tripoli, perché lì ti incarcerano subito”, ha raccontato. A Bengasi c’è qualcuno che aspetta in aeroporto e riconosce tramite foto le persone che atterrano. Il pick up fino a Zuwara è organizzato e fa parte del pagamento effettuato per l’intero viaggio. Una volta sulla costa, si attende nelle connection house che il barcone si riempia, o come successo a M.A. è già pieno e pronto a partire.

S.J. e M.A. conviveranno per pochi giorni in Hotspot, il primo dopo un anno e mezzo di viaggio, intende chiedere asilo in Italia. Il secondo desidera proseguire il viaggio per raggiungere il Nord Europa. Rotte differenziate, diverse destinazioni, poche ore nello stesso luogo in cui si incrociano storie rivelatrici di profonde ingiustizie ed evidenze ormai innegabili: in assenza di vie di accesso legali, il mercato de viaggi clandestini verso l’Europa è ormai estremamente strutturato e lucroso. I più fortunati, possono permettersi un viaggio piuttosto breve ed evitare i rischi del deserto, la detenzione libica, i rapimenti e le torture sistematiche, il lavoro forzato. Per i viaggiatori di “seconda classe” invece, tutto ciò continua da almeno dieci anni a far parte del pacchetto.

Tipo di documento: News,
Progetto: On-to, sbarchi in sicilia