Rapporto sulla situazione al campo Rom di Via Lucchese | Medici per i Diritti Umani

Rapporto sulla situazione al campo Rom di Via Lucchese

Osmannoro1Osmannoro2

Firenze, 8 luglio 2008

COMUNICATO STAMPA: rapporto sulla situazione al campo Rom di Via Lucchese

A seguito del nostro ingresso nel campo rom dell’Osmannoro (Sesto Fiorentino, Firenze) avvenuto ieri 7 luglio ore 20.00, risulta che i 50 persone, tra cui 20 donne e 4 minori, continuano a vivere tra i rifiuti e le macerie delle ruspe che hanno demolito il campo lo scorso giovedì . Privati delle baracche e delle poche cose a loro seguito, alcune famiglie hanno spostato dormitori negli stabili dismessi della ex fabbrica, usati per un anno come latrine, altre hanno ricostruito le baracche accanto ad una pozza di acqua riempita di rifiuti. In tali indecorose condizioni, che mettono seriamente a rischio la salute degli abitanti, sono costretti a vivere, tra gli altri, un anziano tracheostomizzato e una donna affetta da una seria patologia polmonare. Inoltre se prima della demolizione si cucinava a terra bruciando tavole di legno, adesso che le tavole sono seppellite sotto le macerie, si brucia la plastica. Sotto le macerie sono seppelliti anche i referti medici, i trattamenti dei pazienti cronici, le tessere sanitarie che avevano permesso agli operatori di MEDU un faticoso processo di monitoraggio e di avvicinamento con i servizi sanitari.

Firenze, 4 luglio 2008

COMUNICATO STAMPA: SGOMBERO CAMPO NOMADI OSMANNORO

Osmannoro3Medici per i Diritti Umani denuncia lo sgombero del campo nomadi di via Lucchese condotto ieri dal Comune di Sesto. Da tempo l’ex fabbrica dismessa ospitava circa 150 persone, tra cui quasi 40 minori e numerose donne in stato di gravidanza, che vivevano in baracche e sistemazioni di fortuna. Già lo scorso febbraio MEDU aveva denunciato la drammaticità delle condizioni igienico sanitarie degli abitanti del campo rom dell’ Osmannoro ed aveva richiesto un intervento delle istituzioni per la ricerca di situazioni idonee a garantire agli abitanti il rispetto delle condizioni igieniche basilari.
Il comune di Sesto ha scelto invece di intervenire ieri con la demolizione delle baracche e lo sgombero forzato delle famiglie, provvedimento adottato senza la programmazione di una soluzione abitativa alternativa. Le famiglie sono state costrette a disperdersi in zone limitrofe o ad affidarsi alla spontanea disponibilità di cittadini privati che hanno offerto un rifugio per la notte.
Desideriamo sottolineare che con tale metodologia di sgombero non è stata tutelata né la salute degli abitanti del campo né la salute pubblica, poiché con tutta probabilità la medesima indecorosa situazione si verrà a creare in diversi altri contesti geograficamente poco distanti. Le conseguenze più gravi dello sgombero saranno vissute infatti dalle fasce più vulnerabili della popolazione: donne in stato di gravidanza, minori e malati cronici, soggetti che più di tutti necessitano di condizioni favorevoli per l’accesso e la fruibilità ai servizi sanitari. La dispersione degli abitanti avrà inoltre come conseguenza l’interruzione del rapporto di collaborazione che si era venuto a creare con gli operatori di MEDU che in questi mesi hanno lavorato all’interno dell’area per favorire processi di avvicinamento ai servizi sanitari territoriali, permettendo il monitoraggio della popolazione ed il controllo della situazione sanitaria attraverso la promozione di servizi di medicina preventiva (vaccinazioni) e curativa nonché attraverso interventi di salute pubblica.

Tipo di documento: Comunicati stampa