Diario da pozzallo | Medici per i Diritti Umani

Diario da pozzallo

diario da pozzalloLo vediamo appoggiato ad un muretto all’interno dello stanzone dell’Hotspot, la mano sinistra vistosamente fasciata. Le sue labbra sono screpolate e le braccia presentano minuscole chiazze cutanee biancastre. “Mi sono fatto male in Libia e la mia povera pelle non è stata curata. Sono stato imprigionato duramente per otto mesi fino al Febbraio del 2019 nella zona di Zwara e ho sofferto tanto.” M. ha 32 anni ed è partito dalla Nigeria nel 2016 perché in diversi quartieri di Kano c’era povertà e gli scontri tra opposte fazioni erano pericolosi: “Era diventato impossibile rimanere, si rischiava la vita e non si riusciva a trovare un lavoro.” Notiamo gli occhi grandi e arrossati che diventano umidi e sbarrati quando emergono pensieri e ricordi che hanno a che fare con la permanenza in Libia e il viaggio con il gommone nel Mediterraneo: “Voglio per sempre dimenticare il passato, diverse volte in Libia a Sabha, Zawia e Zwara mi sono sentito vicino alla morte. Militari in divisa e libici armati picchiavano, derubavano o rapivano i migranti di colore. Io mi nascondevo per non essere preso e non avevo lavoro. Un ghanese mi ha insegnato a fare il muratore. Sono morti diversi miei amici in Libia e prima di raggiungere l’Italia sono stato venduto e costretto a lavorare come operaio edile senza essere pagato: il boss ci faceva dormire nella casa ancora in costruzione e dopo circa 3 mesi ci ha portati in spiaggia per farci partire”. Il racconto continua con la drammatica esperienza dell’attraversamento del mare all’interno di un gommone sovraffollato e con decine di uomini, donne e bambini ustionati dal carburante che fuoriusciva dalla tanica: “Gridavano in tanti per le bruciature e il carburante versato aveva creato lesioni nel gommone. Stavamo affondando. Dio ci ha mandato una nave grande che ci ha salvati”. Un suo lieve sorriso alla fine ci scalda il cuore. E’ il suo dolore che forse si sta trasformando in speranza.
Testimonianza raccolta da Peppe Cannella e Sadibou Janneh del Team MEDU Sicilia

Tipo di documento: News,
Progetto: esodi, On-to, sbarchi in sicilia