Frontiera alpina del Nord-ovest delle Alpi , Valle di Susa-Hautes Alpes | Medici per i Diritti Umani
il blog di Medu

Frontiera alpina del Nord-ovest delle Alpi , Valle di Susa-Hautes Alpes

di  Giuseppe

Webmaster e consultente Seo

Commenti disabilitati su Frontiera alpina del Nord-ovest delle Alpi , Valle di Susa-Hautes Alpes

Specchi tragici di frontiera

Riprese video:Filippo Torre; Voce: Piero Gorza (antropologo e referente Medu per il Piemonte) .

Il video, girato nel mese di ottobre,  documenta una situazione di collasso sui due versanti delle Alpi: sia a Oulx, il rifugio Fraternità Massi, sia quello a Briançon, Les Terrasses solidaires, gestito dal Collettivo Refuge solidaire, sono sempre meno in grado di accogliere le persone che passano, perlopiù provenienti dalla rotta balcanica. Parlare di prossimità a un punto di catastrofe dipende da molti fattori: crescita dei flussi, incremento di soggetti altamente vulnerabili, militarizzazione della frontiera e del territori, sgombero sistematico di ogni centro informale, riduzione dei trasporti e difficoltà a fornire tamponi o di accedere a vaccinazione per usufruire di treni ed autobus a lunga percorrenza. Le temperature scendono già nelle notti sotto lo zero, le prime nevicate in quota rendono la montagna foriera di rischi, ma le persone in transito non rinunciano, a nessun costo, a partire, vessate da anni di viaggio e da debiti che divengono sempre più insostenibili. In questi anni abbiamo documentato come donne incinta all‘ottavo o nono mese, famiglie con neonati, persone con stampelle o malattie gravi non hanno esitato a cercare di passare il confine, nonostante le temperature artiche e le montagne innevate e pericolosissime. L’accoglienza formale e, soprattutto, quella informale (gennaio 2020- marzo 2021) hanno garantito in questi due anni che non ci fossero vittime, mentre negli anni precedenti cinque persone sono morte tentando l’attraversamento delle Alpi in condizioni estreme. Nonostante i progetti di adeguamento delle strutture di accoglienza esistenti sui due versanti montani, la situazione è prossima all’insostenibilità e i costi ricadono, ancora una volta, sulle persone in transito, in termini di rischi, di non rispetto dei diritti umani e dei diritti alla salute e di patimenti che si sommano a quelli già vissuti lungo il cammino balcanico. Non è retorica asserire che non è solo la montagna che uccide.

È passato più di un mese, oggi, primo dicembre 2021 le temperature sono artiche e la situazione sta continuando a peggiorare. I flussi non sono diminuiti e le fragilità con l’arrivo della stagione invernale continuano ad aggravarsi. I trasporti pubblici verso la frontiera (Claviere) continuano ad essere saltuari o addirittura sospesi durante la settima e riattivati nei giorni festivi. Il controllo militare del confine è cresciuto. Siamo di fronte a una vera e propria caccia all’uomo. Anche in Italia la presenza delle forze dell’ordine è quasi giornaliera alla partenza degli autobus da Oulx. A rendere più delicata la situazione permane il sovrannumero di persone nei due centri di accoglienza. Il rifugio Les terrasses solidaires ha riaperto oggi e, nonostante il diniego da parte delle autorità francesi ad aprire altri spazi di accoglienza, permane una grande tenda emergenziale posta da “Medicins sens frontieres” di fronte alla chiesa di Sainte Catherine nel centro di Briançon, che accoglie coloro che sono riusciti a varcare la frontiera. A Oulx a partire dalle prossime settimane, aprirà uno nuovo stabile acquistato dalla Fondazione Magnetto e gestito da Talità Kum in grado di ospitare circa 80 persone. “Rainbow for Africa” continuerà a garantire (come fa dal 2017) una presenza costante di medici e infermieri per soccorso, assistenza e anche con spazi per persone con patologie che necessitano isolamento.

Anche Medici per i diritti umani diviene operativa in alta Valle di Susa con il progetto “Frontiere Solidali”, con l’obiettivo di essere presenti con un medico, mediatori e una base logistica in Torino.

Temiamo che nonostante gli sforzi i prossimi mesi presenteranno criticità maggiori di quelle del passato inverno, che, per essere espliciti, significheranno maggiori rischi per la vita delle persone a causa di assideramento e perdita del cammino. E saranno soprattutto i più vulnerabili, gli offesi dal viaggio, quelli con condizioni precarie di salute ad essere tragicamente esposti.

 

INFO : il VIDEO nasce dalla collaborazione sul campo tra Medici per i Diritti Umani, Onborders e Dipartimento di sociologia visuale dell’Università di Genova.