15 anni di blocco israeliano su Gaza | Medici per i Diritti Umani

15 anni di blocco israeliano su Gaza

La testimonianza di Aseel  Aburass coordinatrice per la libertà di movimento Palestinesi nell’OPT e nel dipartimento della clinica mobile Medici per i diritti umani Israele (PHRI)

Israele tiene la Striscia di Gaza sotto blocco da 15 anni, con effetti disastrosi sulla vita e sulla salute dei residenti. Quasi ogni singolo aspetto dell’assistenza sanitaria è completamente dipendente dal regime dei permessi di Israele, compreso l’accesso all’istruzione e alla formazione da parte del personale medico, l’ ingresso di attrezzature mediche e farmaci, e l’accesso dei pazienti alle cure che il sistema locale non può offrire. Il sistema sanitario di Gaza non è in grado di funzionare correttamente o di pianificare le sue attività e il suo sviluppo. Nella mia mente, può essere paragonato a un chirurgo che cerca di operare in manette.

Uno degli effetti più gravi del regime dei permessi può essere visto nei casi di bambini che necessitano di cure mediche al di fuori di Gaza. Anche quando ricevono un permesso per uscire dalla Striscia, alcuni devono farlo da soli o con un adulto che non è né padre né madre perché ai genitori è stato negato il permesso

A Lynn, una bambina di sei anni di Gaza, è stato diagnosticato un cancro all’età di tre anni. Dal 2018 riceve cure presso l’ospedale di Tel Hashomer in Israele, e ha trascorso una degenza ospedaliera di sei mesi durante la quale è stata sottoposta a tiroidectomia. Ai genitori di Lynn era stato negato il permesso e durante quel ricovero era stata accompagnata dalla nonna. I genitori hanno ricevuto un permesso solo dopo che siamo intervenuti. Riceviamo decine di richieste di aiuto da famiglie in circostanze simili ogni anno. La politica di Israele e il suo impatto sul fatto che i genitori siano in grado di rimanere con i propri figli e confortarli durante trattamenti difficili, è oggetto di un documento di sintesi che abbiamo recentemente pubblicato.

I NUMERI  SONO SCIOCCANTI

Il 32% delle domande presentate da minori (gennaio – settembre 2021) per accedere alle cure al di fuori di Gaza sono state ritardate o respinte, il che significa che hanno saltato le cure. Si tratta di un aumento drammatico (15%) rispetto al 2020, quando il 17% delle domande presentate da minori è stato respinto.

Il tasso di rifiuto delle domande dei genitori per accompagnare i propri figli è aumentato di circa il 7% (dal 28% nel 2020 al 35% nel 2021). Questo aumento non si è riflesso in un aumento della percentuale di bambini che escono senza l’accompagnamento dei genitori.

La percentuale di bambini che escono senza genitori è scesa dall’11% nel 2020 al 4% nel 2021. Questo non indica un miglioramento nel trattamento dei bambini da parte di Israele, ma piuttosto il contrario: il calo è il risultato del drammatico aumento del numero di casi in cui ai bambini stessi viene negata l’uscita, che ovvia alla necessità dell’accompagnamento dei genitori.

Questo stato di cose dovrebbe indignare il pubblico israeliano in generale e la comunità medica israeliana in particolare. L’accompagnamento dei genitori, in particolare quando il bambino sta lottando per la propria vita, dovrebbe essere ovvio. Purtroppo , è diventata una normalità che diritto alla salute dei palestinesi, soprattutto a Gaza, è sempre contingente, sempre soggetto alle decisioni israeliane. Ci confrontiamo ogni singolo giorno con le vittime si questa crudele realtà.

Medu – Medici per i diritti umani collabora con PHR – Israele  dal 2009 per portare assistenza sanitaria e solidarietà alla popolazione palestinese in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e in Israele e supporta l’azione di informazione e testimonianza rivolta all’opinione pubblica.

Tipo di documento: News,
Progetto: Azione integrata a sostegno del diritto alla salute in Palestina