La storia di Mohammed | Medici per i Diritti Umani

La storia di Mohammed

Piana del Sele (Salerno) 2014
Nei mesi di maggio e giugno, un team di Medici per i Diritti Umani (MEDU) ha intervistato 177 lavoratori migranti e prestato prima assistenza medica e orientamento socio-sanitario a 133 di essi. Dalle testimonianze e dai dati raccolti, emerge che sebbene tre migranti su quattro siano regolarmente soggiornanti e il 61% sia in possesso di un contratto di lavoro, continuano a perpetuarsi sistemi di sfruttamento pervasivi basati su sottosalario, pratiche fraudolente e caporalato. L’80% dei migranti intervistati guadagna 30 euro a giornata o addirittura meno. Le pratiche illegali ai danni dei braccianti vanno dalle irregolarità contributive, quasi la norma sia tra i lavoratori italiani che stranieri, alla vendita di falsi contratti di lavoro che possono arrivare a costare 6.000 euro. Persistono inoltre serie condizioni di emarginazione sociale con allarmanti ricadute anche sull’accesso alle cure: solo la metà dei migranti intervistati in possesso di un permesso di soggiorno è iscritta al Servizio sanitario nazionale. Tale situazione risulta tanto più inaccettabile nel momento in cui si produce in un’area che, per la ricchezza delle sua agricoltura e per i prodotti di eccellenza dei suoi comparti, è stata definita la “California d’Italia”.

Medici per i Diritti Umani (MEDU) ha avviato a gennaio 2014 il progetto “TERRAGIUSTA. Contro lo sfruttamento dei lavoratori migranti in agricoltura” in collaborazione con l’ Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e il Laboratorio di Teoria e Pratica dei Diritti (LTPD) del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre.