Decesso nel CPT “BRrunelleschi” di Torino | Medici per i Diritti Umani

Decesso nel CPT “BRrunelleschi” di Torino

Nel giugno di 2 anni fa Medici per i Diritti Umani presentava, insieme al Gruppo di Lavoro sui CPT, un rapporto sul centro di permanenza temporanea di Torino e ne chiedeva l’immediata chiusura per “l’assoluta inadeguatezza della struttura” ritenendo che il centro mancasse dei requisiti minimi per svolgere le funzioni dell’accoglienza nel rispetto della dignità delle persone. Nello stesso rapporto si evidenziava come il CPT riproducesse le caratteristiche di “un istituzione totale impermeabile all’esterno”. Nelle conclusioni del documento si legge:” Il fatto che il centro sia una realtà del tutto separata dal territorio che la ospita, costantemente precluso alla possibilità di un monitoraggio da parte di organizzazioni indipendenti e di esponenti della società civile, accresce la preoccupazione riguardo alle eventuali violazioni e/o all’affievolimento dei diritti fondamentali che dovrebbero essere sempre garantiti ai cittadini stranieri trattenuti. ….Del resto la garanzia dei diritti e della dignità delle persone trattenute non può essere affidata alla “benevolenza” dell’ente gestore. Ricordiamo, inoltre, che le stesse normative interne relative al funzionamento dei CPTA, sanciscono il compito del Ministero dell’Interno di tutelare la salute psico-fisica e garantire una adeguata assistenza alle persone ivi trattenute come anche l’obbligo a rispettarne la dignità umana.”

Nello stesso CPT di Torino è morto sabato scorso Hassan Nejl, 38 anni, tunisino; per asfissia improvvisa da polmonite fulminante secondo il primo referto medico. Dopo una intera giornata di sofferenze secondo quanto riportano le testimonianze dei compagni di stanza di Hassan. In un momento in cui si parla di creare nuovi CPT ed un disegno di legge prevede l’estensione del periodo massimo di trattenimento da 60 giorni a 18 mesi, riteniamo che la morte di un uomo di 38 anni, su cui la magistratura di Torino ha aperto un fascicolo, obblighi tutti – autorità di governo e cittadini – a una seria riflessione sull’istituzione dei centri di permanenza temporanea. Probabilmente il centro di Torino è stato reso più adeguato dal punto di vista strutturale dopo i recenti lavori di ampliamento, ciononostante il rischio che i CPT risultino sempre più luoghi gravemente inadeguati dal punto di vista del rispetto dei diritti della persona non potrà che essere accresciuto dal prolungamento di 9 volte dei tempi massimi di permanenza.

Tipo di documento: Comunicati stampa