Deceduto un abitante del campo rom di Quaracchi (Sesto Fiorentino – FI) | Medici per i Diritti Umani

Deceduto un abitante del campo rom di Quaracchi (Sesto Fiorentino – FI)

Nella mattina di ieri 31 gennaio 2011 è deceduto presso l’Ospedale di Careggi a Firenze il cittadino rumeno di etnia rom Ion Grancea, di 52 anni, affetto da insufficienza cardiaca legata a una cardiomiopatia dilatativa ipocinetica grave complicata da una broncopolmonite. Ion viveva nell’insediamento rom spontaneo di Quaracchi insieme ad alcuni familiari. Il campo è stata la sua ultima dimora. Ion era stato ricoverato per un periodo di una settimana a partire dal 17 gennaio e successivamente dimesso con una terapia da proseguire a domicilio che prevedeva l’assunzione di numerosi farmaci in precisi momenti della giornata. Gli operatori di MEDU hanno visitato Ion giovedì 27 gennaio, constatando che il paziente non aveva assunto i farmaci prescritti in quanto non ne aveva inteso le modalità di assunzione, indicate solamente in lingua italiana nella documentazione in suo possesso, ed era riuscito ad acquistarne solo una parte (quelli più economici) non essendo ancora in possesso della tessera STP che dà diritto all’assistenza gratuita per gli indigenti. Il paziente appariva in condizioni stabili.
Chiedendo aiuto alla famiglia, gli operatori hanno cercato di rimediare spiegando nuovamente le modalità di assunzione della terapia e inviando con urgenza il giorno seguente il paziente alla richiesta dei documenti sanitari necessari per poter accedere agli ambulatori per stranieri e alle cure gratuite.
MEDU solleva nuovamente l’attenzione sulla problematica della difficoltà di trattamento dei pazienti cronici che vivono in condizioni di marginalità, come già rilevato in passato in relazione a casistiche diverse (malati terminali e malattie infettive), e sulla scarsità di collegamento tra presidi ospedalieri e territorio. Nel caso di specie suscitano gravi perplessità le modalità di dimissioni attuate, avvenute a quanto risulta senza tenere in debito conto l’assenza di una rete territoriale di supporto nonché le precarie condizioni ambientali in cui avrebbe dovuto proseguire la terapia una volta uscito dall’ospedale privo di documenti sanitari.

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Tipo di documento: Comunicati stampa